L’altezza della sella è spesso considerato il parametro più importante per ottenere la miglior posizione sulla propria bici consentendo di massimizzare la potenza espressa e quindi la performance.
Se facciamo una banale ricerca su internet su come si calcola l’altezza sella ideale, si troveranno numerose teorie, metodi empirici e sistematici la cui semplice applicazione consentirebbe di ottenere la corretta altezza, in realtà non è così; infatti questi metodi danno solo un’indicazione di massima dalla quale si può partire per trovare la propria altezza sella ideale, ma sarebbe scorretto considerarli come dei “dogmi”, da applicare alla lettera, perché ignorano numerose variabili soggettive come la flessiblità, la presenza di problematiche posturali, la posizione del bacino (antiverso, retroverso), i materiali utilizzati (tipo di sella,tipo pedale, lunghezza pedivelle), lo stile di pedalata etc…
E’ bene ricordare che l’altezza sella migliore è quella che riesce ad ottimizzare sia il comfort che la resa della pedalata, una sella troppo alta o troppo bassa potrà causare problemi fisici e limitare, in alcuni casi, la performance.
La massima potenza con il massimo comfort
Se facciamo un grafico dove sulle ascisse (y) mettiamo la percentuale della propria potenza sviluppata e sulle ordinate (x) l’altezza della sella noteremo che all’aumentare di quest’ultima la potenza salirà fino ad un certo punto (apice della curva) per poi iniziare a scendere, questo punto rappresenta il valore ottimale dell’altezza per ottenere la massima potenza che non sempre garantisce il miglior comfort in bici.
L’altezza sella deve quindi essere un compromesso tra performance e comodità, la misura calcolata deve rientrare nella fascia intermedia della “finestra di settaggio”, in quanto, posizioni estreme, anche se risultassero più efficienti in termini di prestazioni assolute, sarebbero mal tollerate nel tempo (non è un caso se i professionisti utilizzano un assetto diverso per fare le cronometro).
Metodi statici per trovare l’altezza sella ideale
- Metodo del tallone: Forse il sistema più antico per misurare l’altezza sella, consiste nel sedersi sulla bici (posizionata su di un rullo) e pedalare all’indietro con il tallone della scarpa appoggiato sul centro del pedale, se l’altezza sella è giusta la gamba dovrebbe essere completamente distesa quando il pedale raggiunge il punto morto inferiore (pedale a ore 6). I difetti principali di questo metodo è che non tiene conto dello spessore delle tacchette, dello stile di pedalata e dell’arretramento della sella.
- Formula di Greg Lemond: Ideato negli anni 80 dall’allenatore di Greg Lemond, si basa sull’altezza del proprio cavallo misurato appoggiando la schiena al muro e posizionando un oggetto simile ad una sella sotto l’inguine in modo da ricreare la pressione esercitata sulla sella durante le uscite in bici. Per ottenere l’altezza sella basterà moltiplicare la misura del proprio cavallo per un coefficiente pari a 0.883 (h.sella = cavallo x 0.883). Anche questa tecnica presenta alcuni difetti in quanto si tratta di un metodo statico e non tiene conto di alcune caratteristiche fisiche personali e distintive come la flessiblità e la lunghezza dei piedi, lo stile della pedalata; oltre ad ignorare totalmente i materiali impiegati per pedalare ( come la lunghezza delle pedivelle o la tipologia di pedale utilizzato).
- Goniometro: Il metodo più utilizzato in ambito biomeccanico fino a qualche anno fa, prima dell’avvento dei software di analisi dinamica e 3D, si bassa fondamentalmente sul misurare gli angoli del ginocchio nel punto morto inferiore e superiore in modo che questi rientrino in un range di tolleranza ritenuto accettabile.
Di solito l’angolo del ginocchio ottimale, che rappresenta un buon compromesso tra comfort e prestazioni, risulta essere quello compreso tra i 35° e i 40°. Una delle critiche principali rivolte a questo metodo è quelle di non considerare dell’effettivo posizione del piede del corridore oltre ai soliti limiti di ogni metodo statico.
Metodi dinamici: come individuare l’altezza sella corretta
Corrispondono ai moderni sistemi di posizionamento in bici e si basano sull’utilizzo di sofisticati software di analisi cinematica che consentono di valutare il posizionamento ottimale mentre il ciclista sta pedalando sulla propria specialissima. Alcuni di questi sistemi di bike fitting di ultimissima generazione consentono anche l’analisi da remoto in outdoor, come per esempio quello ideato da Leomo (utilizzato anche preso il nostro centro), ciò permette un affinamento ancora più preciso visto che vengono considerate altre variabili che entrano in gioco quando si pedala all’aperto piuttosto che sui rulli.
Al di là del sistema di posizionamento utilizzato bisogna sempre ricordare che l’apporto del biomeccanico, nell’interpretare i dati e nel conoscere quali sono le caratteristiche e problematiche del proprio cliente/ciclista, è imprescindibile per ottenere un posizionamento ottimale e personalizzato, ritagliato sulle proprie caratteristiche ed esigenze.
Il dott. Max Zanoni si avvale di numerosi sistemi per il bike fitting (3d motion logic, leomo, gebiomized) che uniti al proprio percorso di formazione come fisioterapista e biomeccanico fanno in modo che il “protocollo di bike-fitting” utilizzato presso fisioconceptlab sia il giusto mix tra analisi, interpretazione dei dati ed esperienza del professionista biomeccanico.
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